Per quanto io creda fortemente nell’utilizzo dei social come strumento per aiutare gli altri rispetto alla propria professione, quando si parla di social e bambini, ragazzi, le cose cambiano.
Come nel mio lavoro, partiamo dai dati: ansia, depressione e disturbi sono a un record altissimo per bambini e adolescenti. I bambini di oggi hanno uno stress troppo alto, e questo non lo dico io ma studi fatti. Negli ultimi anni questi problemi sono aumentati in maniera esponenziale, soprattutto nelle bambine. Da quando abbiamo iniziato a fare un uso spropositato degli smartphone è successo tutto questo e non fa altro che peggiorare. Anche io avevo un cellulare, ma potevo chiamare e mandare messaggini, basta!
Parliamoci chiaro, una volta che dai un cellulare a un bambino, la sua esperienza viene bloccata, dormirà di meno, avrà meno tempo per altri stimoli reali, per gli hobby, per il contatto con i suoi coetanei e con i genitori.
Genitori, dovete pensarci 8 milioni di volte prima di dare un cellulare in mano ai bambini. I disturbi psicologici che portano questi strumenti, negli ultimi anni, sono diventati davvero allarmanti.
Cosa significa mettere in mano un cellulare a un bambino? Ciò che vive un bambino durante l’infanzia va a determinare e a creare tutta la base per il suo futuro.
Mi spiego meglio: le esperienze che fanno determinano poi come vivranno e come si relazioneranno agli altri. Come ci comportiamo da adulti. I ricordi sono anche emozioni e sensazioni che resteranno come bagaglio nel nostro corpo e nella nostra mente.
Quello che fai ogni giorno determina tuo figlio da grande, non la caduta al parco. Fino a 5 anni il bambino costruisce il suo stato emotivo, dopo inizia a guardarsi intorno per capire come si muovono gli altri e cosa fanno. Poi c’è la pubertà e si riparte con lo sviluppo.
Per i bambini è fondamentale giocare per apprendere, quindi se questo bambino ha un cellulare in mano non avrà più la possibilità di rischiare e apprendere. E non pensare che, vabbè, per un video di YouTube al giorno o un gioco cosa vuoi che sia. Quel video o quel gioco è tutti i giorni, per tutte le settimane, per tutto l’anno.
Ora arrivo a parlare dei social media, ma ho bisogno di queste premesse di base, perché anche il video su YouTube non va bene!
Come dice Silvia D’Amico nel suo podcast: La cosa migliore che puoi fare per tuo figlio è crescerlo capace di tollerare le frustrazioni perché la vita è piena di frustrazioni.
I bambini migliorano la loro autostima quando riescono a superare gli ostacoli. Il senso di autoefficacia. Ma perché questa generazione di genitori è così interessata, ha così paura che il bimbo abbia la possibilità di farsi male?
Quando ero bambina ero con mia nonna e per strada a giocare, ma oggi noi mamme siamo tutte al lavoro e non abbiamo tempo. L’enorme paradosso che mi fa sclerare è l’enorme attenzione che abbiamo oggi noi mamme nel stare addosso ai figli nelle relazioni, nell’accudimento, nell’educazione, nell’ambiente scolastico, praticamente non ci facciamo mai i fatti nostri. Quando invece gli diamo uno smartphone in mano o quando in preadolescenza gli diamo il permesso di usare i social, smettiamo di preoccuparci. Sta proprio qui il problema. È pericolosissimo il dispositivo che gli metti in mano per stare tranquilla, non se si sbuccia il ginocchio o litiga con un amichetto. Capite quanto è grave?
Ancor peggio quando il genitore non conosce nulla del mondo online, perché non lo sa controllare e supervisionare, quindi la ragazzina che fa i TikTok e i genitori non sanno nemmeno cos’è e come funziona, è la fine. Se non conosci non puoi avere la consapevolezza di mettere regole e limiti.
Un’infanzia passata sui dispositivi elettronici ha dei rischi enormi. Bambini di 8-9-10 anni stanno più di 5 ore davanti allo schermo a casa, senza contare quelle a scuola. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di relazionarsi e non lo dico io, lo dicono milioni di studi e professionisti di pedagogia, psicologia, medicina ecc.
Ricordati che predicare bene e razzolare male non funziona: se ti arrabbi con tua figlia che sta sempre al cellulare, che non ti ascolta, che non ha vita sociale e tu, ceni e guardi il telefono, dopo lavoro TV o magari Netflix, avete 5/10 dispositivi tra tablet, cellulari, TV e computer, capisci che l’apprendimento è difficoltoso. Se ogni 5 minuti arriva una notifica e tu vai a vedere il like su Instagram o la storia di Paperina o il messaggino di WhatsApp, non ha nessun senso dire a tua figlia cosa fare col telefono.
Io ho deciso di spegnere totalmente le notifiche, se c’è un’emergenza chiamano.
I social creano dipendenza. Attenti alle ragazze. Perché noi femmine siamo più legate alle relazioni sociali che iniziano da piccole e continuano per tutta la vita. Con i social hanno una visione distorta della realtà, i social sanno come attirare l’attenzione e quindi confronto, finzione, e iniziano a sentirsi inferiori e non abbastanza.
Per me deve essere legge che i ragazzi sotto i 18 anni non possono avere profili social.
LEGGE.
È anni che ci battiamo sulla libertà delle donne e siamo finite a sentirci delle schifezze perché vediamo altre coetanee con filtri che sembrano perfette. Ci dobbiamo svegliare, non possiamo far finta di niente.
Per capire davvero come siamo abbiamo bisogno di vederci, non possiamo confrontarci con i social come metro di valutazione. PER RISOLVERE DOBBIAMO CAMBIARE TUTTI. Se io a mia figlia non lascio i social fino ai 18 anni, avrà delle compagne che magari li hanno già da anni. Quindi dobbiamo agire insieme. Il cellulare deve arrivare dopo le medie, non prima, dev’essere vietato l’uso dei cellulari a scuola. Sceglieremo la scuola che avrà questa norma? Non lo so, ma sicuramente lo valuterò in futuro.
Ora mi piacerebbe sapere la tua, cosa ne pensi? Come ti comporti con i tuoi figli? Puoi rispondermi via mail, su Instagram e TikTok.
Ho preso spunto dal podcast di Silvia D’Amico che mi ha appassionato moltissimo.